Inizia l’avventura, si mette in moto la macchina e via in autostrada accompagnati da sogni e speranze, progetti e fantasticherie. Siamo un po’ in ritardo, troviamo anche un incidente, chissà se l’aereo ci attende. Per fortuna a Genova l’aereo che ci portava allo scalo di transito (Parigi) è in ritardo, quindi possiamo fare in check-in ed avere il tempo per un ultimo caffè – caffè.
L’assistenza è buona e sopportata da tutti gli ausili del caso ci hanno traslocato sull’aereo. Volo ed assistenza fino a Parigi tutto ok, ecco che inizia la fase chiamiamola scura del viaggio. Al momento della discesa a Parigi per il cambio di aereo, il carrello elevatore che trasporta e fa scendere le persone su sedia a rotelle si blocca e rimane incastrato con l’aereo.
Io e Marco in compagnia di un’altra persona giapponese rimaniamo in quella scatola soprelevata per circa una ora. Sollecitiamo gli assistenti facendoli notare che avevamo il volo per Manchester che stava per partire. Continuavano ad arrivare tecnici, mezzi dell’assistenza fino a che è arrivato il momento dello start. Via tutti di corsa per salire sull’altro aereo solo due posti vi erano rimasti vuoti, infatti gli sguardi di tutti i passeggeri erano rivolti penso tutti a noi due.
Anche fin qui ce l’abbiamo fatta. Ignari di quello che ci aspettava a Manchester abbiamo giocherellato, sonnecchiato, chiacchierato ci siamo trastullati. Con circa un’ora di ritardo siamo atterrati bene a Manchester. La sorpresa era li ad aspettarci, andiamo a ritirare i bagagli, e cosa vediamo; la carrozza da gara nuda, spoglia.
La sensazione di tristezza, di assoluta impotenza subito lo sconforto ci assale. Impossibile giocare senza ruote. Non da poco avevamo detto parlato del contenitore che era stato fatto ovvero una sacca unica che contenesse carrozzina e borsa delle ruote, quando l’abbiamo preparata ci siamo detti: nella borsa delle ruote mettiamoci anche..le medicine, gli attrezzi, le cinghie di bloccaggio, le palline ecc..tutto è più sicuro! ! Ed invece eccoci qui a Manchester per giocare un torneo di tennis internazionale su sedia a rotelle; con solo la sedia , le ruote? ..No!
Subito all’ufficio reclami bagagli, speranzosi di qualche notizia, qualche speranza, mentre il giono stava cambiando e volgeva al venerdì niente cambiava della nostra situazione non vi erano notizie delle ruote. Loro ci dicono che domani una volta ritrovate le faranno recapitare in albergo.
A proposito di albergo a completare la goccia nel bicchiere che già era straboccato, per le ruote, si è aggiunta l’altra bella goccia che in albergo non avevano una camera libera a pian terreno per accesso a persone disabili motori. Dopo numerose telefonate ci sistemano a 20 minuti di macchina per quella notte, poi l’indomani ritorniamo all’albergo di prenotazione. Dopo aver dormito, non so…, poco , il giorno dopo , giorno del torneo, Marco doveva presentarsi in campo contro il numero 59 del rancking mondiale alle ore 9,30. non sappiamo come faremo, delle ruote nessuna notizia; telefonate e telefonate, alla compagnia aerea, all’aeroporto, niente di fatto.
Tutte le signorine che ci rispondevano chiedono la solita descrizione dettagliata della borsa che contiene le ruote e …Arriviamo al tennis, sotto un capannone immenso, 7 campi da tennis ed una immensa palestra e 200/300 ruote che rotolano e rotolano e danno gioie e dolori, libertà e voglia di fare- progetti-sogni-fantasie è una carovana stupenda.
Ci sono gambe che non camminano, gambe che rimangono in panchina, mani che non stringono la racchetta ma grazie al nastro adesivo tutto è possibile.
Lo chiamerei il capannone della normalità, tutti gli atleti giocano si affrontano con una sportività professionale fantastica. Conosciamo l’avversario di Marco uno svedere alto circa due metri che cammina con una stampella, persona simpatica e molto cordiale al primo colpo ti trovi subito a tuo agio, con il passare dei giorni nello stare insieme constateremo che si rivelerà una persona squisita.
Appena depone la stampella si siede sulla sedia a rotelle e si toglie la gamba destra, si lega ben stretto ed è pronto per iniziare il match.
Per Marco gli organizzatori, sapendo della mancanza hanno attivato una catena di solidarietà : ruote di un atleta francese, cinghie di bloccaggio di un inglese e via in campo.
Non avendo potuto scaldare, palleggiare prendere un po di confidenza con palle e campo. Con molta comprensione ci permettono di fare alcuni momenti di gioco prima di iniziare la partita.
Vengo chiamato: il coach di Marco è pregato di recarsi sul campo numero 3. sono stati 5 minuti magici.
Con un po di ritordo inizia il match. Marco lo si vede da lontano e mi trasmette tutta la sua tensione, oltre che contro un giocatore fortissimo giocherà anche contro un secondo giocatore, lo chiamerei “emozione”.
La partita scorre veloce e con un risultato prevedibile, è la moneta del primo torneo internazionale. Non solo il confronto con il giocatore top 50, ma anche con il rapporto col giudice di sedia, col giudice di linea e del pubblico.
Stanco e felice di questa esperienza in quell’ora di gioco le disavventure del bagaglio, dell’albergo erano svanite , solo emozione e tennis avvolgono in quel momento l’atleta.
Trasloca dalla sedia di gara a quella da passeggio, per restituire le ruote che necessitano al proprietario , ci attiviamo per cercarne delle altre sia per allenamento che per le successive gare.
Il pomeriggio gara di doppio, a Marco viene abbinato un giocatore Inglese. Gestione di altre emozioni, altre situazioni, ma avranno sull’atleta un grande beneficio futuro. La giornata volge al termine con la pianificazione della seconda, sia per turni di allenamento che por altre gare.
Al mattino successivo ore 9,30 subito in campo per il torneo di consolazione. Già in questa seconda partita l’atleta si stava avvicinando ad un incontro alla pari, senza i due avversari. Diciamo che il secondo avversario “l’emozione” si era ridotto del 50%. questo li ha permesso di esprimere il suo gioco ad una migliore percentuale di prestazione.
L’avversario era sempre di buona classifica mondiale e con alle spalle numerosi tornei. Nello svolgimento dell’incontro abbiamo potuto notare quello che vuol dire prendere confidenza con il tutto; i colpi erano più sciolti ed i risultati migliori.